Juve: il mercato gonfiato ai tempi della Triade

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. mitico rosso
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Juve: il mercato gonfiato ai tempi della Triade

    Fonte: La Stampa
    Rudy Nicoletto e Fabio Rotunno non dicono nulla neppure ai più accesi fans bianconeri: persi in una carriera rimbalzata dalle giovanili del club, insieme a quella di tanti altri ragazzi, nelle serie inferiori, da addio ai sogni di gloria. Forse per questo, insospettita del loro anonimato, la procura di Torino ha affidato a un consulente (l’avvocato Mario Adinolfi, agente Figc) una consulenza sulle plusvalenze da scovare nei bilanci Juve dal 2000-2001 al 2004-2005. Gli anni della Triade, tutta quanta riunita un’altra volta nel registro degli indagati per falso in bilancio. La consulenza, finita nel 2006, è ora a disposizione degli avvocati. E i tanti carneadi bianconeri escono quasi tutti senza plusvalore fittizio dall’«esame Adinolfi».

    Trentanove i casi di calciatori di cui è stata ricostruita la carriera economica. Da Nicola Amoruso a Nicoletto. Passando per giocatori noti e di successo (Van Der Sar, Kovacevic, Maresca, Miccoli), alcuni dei quali tuttora in bianconero (Chiellini e la riserva Vanstrattan). La procura si servirà delle 204 pagine del lavoro di Adinolfi per rilanciare l’accusa dei bilanci truccati dalle plusvalenze fittizie. I casi clamorosi, però, sono pochi. Quello che più colpisce lo si rintraccia nella rapidissima storia calcistica di Nicola Cingolani.

    Centrocampista, classe 1979, «prodotto» del vivaio bianconero, nel febbraio 2000 l’incolpevole Cingolani è ceduto al Milan per 10 miliardi di lire. Contestualmente la Juve acquista dai rossoneri Matteo Beretta per la stessa somma. Il Milan spedisce immediatamente Cingolani al Novara, C2. Buono il suo campionato, secondo Adinolfi, che trae le proprie valutazioni dal numero delle presenze, i gol segnati, per i tornei maggiori pure dalle pagelle dei giornali. Cingolani torna al Milan nella stagione 2002-03 per essere subito inviato un’altra volta in prestito, in B, all’Ascoli. Per mille euro. Poi, più niente.

    Altro caso sospetto è quello di Antonio D’Amato, vivaio Juve pure lui, prestato in C1 e ceduto improvvisamente all’Inter, nel 2001, per 3 miliardi di lire. Mai utilizzato dai nerazzurri. E dimenticato (almeno da Adinolfi). La Juve della Triade faceva affari pro-plusvalenze anche con le rivali di sempre. Oltre che con Napoli, Perugia, Messina, Reggina. Prima ancora con il Parma di Tanzi e la Lazio di Cragnotti. Da questa consulenza emerge che ne ce n’era proprio per tutti, a proposito di maquillage dei bilanci. Adinolfi non trascura il quadro di riferimento: «E’ diventato difficile piazzare sul mercato un calciatore dal contratto pesante. E’ ancora più vero negli ultimi anni in cui si è assistito a un rapido e costante “sgonfiamento” dei prezzi di trasferimento e degli ingaggi». Fa l’esempio di Cassano: «Pagato dalla Roma 30 milioni di euro nel 2001 e ceduto a gennaio 2006 al Real per 6,6 (di cui 1,6 compensati dallo stesso giocatore con la rinuncia a crediti maturati)».

    Il caso Cassano è chiaro come il sole. Per il consulente della procura non lo sono invece molte comproprietà. Nella sua ricerca di «individuare parametri oggettivi» (la questione delle questioni), punta l’attenzione sui contratti che riguardano Matteo Brighi, Felice Piccolo e altri minori. Segnala casi curiosi. Alcuni noti (Carini) altri no. Uno per tutti quello di Jaroslav Sedivec, ceco, classe 1981, centrocampista offensivo: la Juve lo paga 5 miliardi di lire nell’estate 2001 e lo cede l’anno dopo per 2.070 milioni di euro al Perugia. Che lo gira all’istante al Catania. Per 500 mila euro.

    Stranezze del calcio ne affiorano tante in queste pagine: Nocerino, cresciuto nel vivaio, che quest’estate è stato riscattato per 4,5 milioni. Blasi prelevato dal Perugia nel 2002 per 17 milioni. E’ pure la storia vecchia dei tre gatti per un lupo. Ma che in parecchi casi, per Adinolfi, fa plusvalore fittizio. Poi ci sono gli ingaggi che hanno il loro peso, invece, su un altro versante: come potevano in successione cronologica Napoli, Perugia e Como (in serie B) garantire 6,5 miliardi lordi (lire) di contratto annuale ad Amoruso? Sia pure in cifre, il lavoro di Adinolfi è anche una foto impietosa del calcio ricco di debiti.

    Valutazioni più o meno congrue
    Quello di Matteo Brighi è un caso sospetto, per Adinolfi: nel 2002 la Juve lo cede al Parma in comproprietà (operazione Di Vaio) per 5 milioni di euro. E l’anno dopo ne riscatta il 50 per cento per 11,5. Lo cede poi alla Roma (operazione Emerson) per 16 milioni. La Roma, dopo 7 giorni, lo gira in prestito gratuito al Chievo.

    Riccardo Bonetto, 27 anni, centrocampista del vivaio, è per Adinolfi un caso di «valutazione congrua». Ceduto dalla Juve all’Empoli, giugno 2001, valutato circa 2 miliardi di lire. Era transitato a Novara, C2, e in Belgio. L’agente Figc scrive: «Si era messo in ottima luce». Nel 2006 era svincolato.

    Fabian Carini è un caso storico: la Juve lo paga 8,2 milioni di euro. Non sfonda, va e viene. Allo Standard Liegi per oltre 5 milioni (non saldati), ripreso dalla Juve e scambiato con Cannavaro per 10 milioni. Promessa non mantenuta, è diventato un peso economico, alleviato in extremis dall’Inter
     
    Top
    .
0 replies since 2/8/2007, 16:38   15 views
  Share  
.